mercoledì 28 aprile 2021

AUSED: un webinar sul networking professionale

Riflessioni sull’importanza di contare su un vero network di relazioni professionali

Nell’ambito delle attività associative Aused2021, lo scorso 26 aprile si è tenuto un webinar nel quale ci si è focalizzati sul tema del Networking Professionale. Hanno partecipato, tra gli speaker, Marco Vigini (autore del libro “Networking e lavoro, come valorizzare le relazioni professionali”, Hoepli), Andrea Provini (presidente AUSED e Group CIO Bracco), Francesco Pezzutto (Consigliere AUSED, responsabile dello sviluppo territoriale per l’associazione e CIO VIMAR) e Stefano Lombardi (Consigliere Aused e Direttore Marketing di NPO Sistemi).

Sulla base delle riflessioni illustrate da Marco Vigini, il panel ha affrontato il tema della giornata da diversi punti di vista, facendo emergere quanto l’investire oggigiorno sul proprio network, sia esso analogico che digitale, non rappresenti più solo un’opzione nell’attuale scenario, ma sia invece divenuta una concreta esigenza.

Facendo giusto un minimo di teoria, il networking possiamo definirlo una prestazione di beni, servizi e informazioni che vengono effettuati senza alcuna garanzia restituzionale (non vi è infatti un obbligo giuridico né di altro tipo tra le persone) con l’obiettivo di alimentare, rafforzare o creare ex novo un legame sociale tra due o più persone.

Il network professionale è una risorsa importante per qualsiasi professionista. E i manager che fanno parte di un network professionale devono essere considerati una risorsa in termini di interessi, suggerimenti e conoscenze. Questa rete va vista come una intelligenza collettiva che rappresenta una meta-competenza.

Crearsi diversi contatti che riflettono il proprio ambito professionale diventa quindi essenziale per favorire la composizione di un profilo completo della propria attività professionale, mantenendosi al contempo aggiornati su trend innovativi verso i quali orientarsi. Bisogna utilizzare il proprio nertwork come un vero e proprio ecosistema relazionale diffuso, meglio ancora se si è in grado di attuare in rete una sorta di regia strutturata dei propri interventi.

Tuttavia, però, avere moltissimi contatti sui diversi social media non è affatto sinonimo di successo. Occorre invece sapersi creare un network efficace, attentamente selezionato, che sia vicino al proprio ambito lavorativo. Inoltre il networking professionale funziona quando vi è una sorta di dare-avere tra i contatti. Per far sì che operi davvero bene è fondamentale essere proattivi: non basta quindi chiedere ai propri contatti, ma occorre anche saper dare. In questo senso, da tempo, AUSED interagisce e fa interagire i propri associati proprio con questo spirito, avendo introdotto un certo equilibrio di ruoli in modo da ridistribuire il valore tra tutta la propria Community.

Vigini, sul tema del dare-avere, ha voluto sottolineare come la rete non debba essere usata solo al momento del bisogno, ma occorre invece coltivarla e rafforzarla giorno dopo giorno. È necessario costruire una economia reputazionale e relazionale facendo del personal branding. Naturalmente il social network più idoneo per costruirsi un network professionale è LinkedIn (il più potente CRM professionale al mondo) che permette oggigiorno di mettere potenzialmente in contatto 750 milioni di manager tra loro, sfruttando anche la teoria dei sei gradi di separazione, amplificata dalla rete stessa. La moneta di questo network non è più quella tradizionale ma diventa la fiducia (il Trust), in quanto il tutto è impostato sulla singola persona e le sue attività, conoscenze e conversazioni. Fondamentale in questo senso è la propria Reputation, una valorizzazione indicizzata sulla valutazione del valore che si riesce a trasmettere, al trust che crea, alla credibilità attribuita dai clienti, alle referenze costruite e valorizzate nel tempo e ai partner di fiducia e valore di cui ci si circonda.

La piramide di LinkedIn di Luca Bozzato, consulente LinkedIn fra i più importanti in Italia, mette in evidenza i vari step di crescita in rete. Dall’inserimento del proprio profilo, con l’obiettivo di essere trovati e riconosciuti, al passaggio successivo che è quello di costruire una rete solida, attraverso la propria presenza, per agganciare nuove opportunità e contatti. Da qui si passa alla partecipazione, cercando di creare una credibilità sociale che passa attraverso la condivisione e la partecipazione su LinkedIn per creare la propria reputazione online verso potenziali clienti e influencer. Gli ultimi due step riguardano la pubblicazione di casi di studio che dimostrino la propria esperienza professionale, andando così ad agire sulla Social Brand Authority, fino a raggiungere il top della piramide, momento nel quale si viene riconosciuti come Social Leader e persona di riferimento attorno a un determinato argomento.

Resta evidente come la cosa più importante nel networking professionale sia soprattutto fare tesoro dei propri contatti, utilizzando questa potenza di connessione non solo per la sua funzione da passaparola, ma anche e soprattutto in una ottica di esperienza condivisa. Non serve postare in rete materiale autocelebrativo, ma è invece fondamentale creare valore, produrre materiale sempre interessante ed essere generosi e disponibili. L’attività deve avvenire sia in inbound che in outbound. Questo perché in rete ogni azione personale (o mancata azione) causa di riflesso sul proprio “pubblico” un cambiamento nella valorizzazione della propria economia reputazionale e relazionale. Va infatti tenuto conto che il capitale sociale reputazionale è di tipo dinamico: se l’utilizzo del network è di tipo solo opportunistico l’indice del proprio profilo precipita.

La rete porta a lavorare sul proprio personal branding, ma oltre a questo è necessario creare valore e cercare di ottenere il feedback dalle proprie attività: elemento centrale per capire come si è posizionati e visti dai propri contatti.

Serve fondamentalmente verificare e capire il proprio ecosistema, in ottica di scambio, ma anche in ottica di comprensione delle potenzialità e di ingaggio. Nell’ambito di un social network di valore è importante utilizzare anche i propri legami deboli in quanto essi possono trasformarsi in ponti verso nuovi circuiti.

Il network, in conclusione, va “allenato”, costruendo possibilmente un piano di tipo operativo per decidere dove formarsi in un percorso connettivo. La community aggrega e occorre una regia strutturata per essere sempre più visibili e alimentare una comunicazione con post ricorrenti in grado di generare l’interesse di sempre maggiori manager, in modo da allargare sempre più la propria rete fiduciaria.

mercoledì 7 aprile 2021

AUSED e ClubTi: verso una partnership di successo

Un webinar dedicato all’importante ruolo dell’associazionismo in ambito ICT che ha messo in luce valori ed esperienze al confronto

Lo scorso 31 marzo, nell’ambito della programmazione degli eventi organizzati dall’AUSED per questo 2021, si è svolto un webinar indirizzato a illustrare i vantaggi dell’associazionismo attraverso un incontro che si è posto l’obiettivo di creare un momento di inclusione e convergenza tra una associazione che ha una genesi di carattere nazionale e una vocazione di carattere territoriale – come l’Aused – e chi invece il territorio lo vive più direttamente – come il ClubTi Centro – e che talvolta risente delle opportunità e sollecitazioni che una realtà nazionale riesce invece a realizzare.

Con oltre 120 iscritti al Webinar, si sono alternati a parlare in una sorta di tavola rotonda virtuale Andrea Provini, Global CIO di Bracco e presidente Aused, Pietro Berrettoni, Digital & Innovation Head di Angelini Holding e presidente di ClubTi Centro, e i consiglieri Aused Massimiliano Bartolozzi, CIO Lucart, Alessandro Caleffi, ICT Director ACS Dobfar SPA, Andrea Berrettoni, IT Manager, Francesco Ciuccarelli, Group CIO di Alpitour, Giovanni Daconto, CIO di Ariston Thermo Groupe, Stefano Lombardi, direttore marketing di Npo Sistemi. Tra gli atri interventi anche quelli di Debora Tinelli, Sales Director presso EtiQube, Roberto Boselli, CIO Poltrona Frau, e Maurizio Bonomi, CIO di AC Milan.

Hanno seguito l’incontro CIO da molte regioni, tra cui Lombardia, Marche, Toscana e Veneto.

Prima di entrare nel merito della tavola rotonda e mettere a fattor comune quanto emerso dal confronto, va ricordato l’intervento introduttivo di Giuseppe (Beppe) Carrella, Senior partner di BCLAB, docente in diverse università italiane e straniere e noto “Disruptive Consultant” che si è soffermato su alcune sollecitazioni. A supporto del fatto che oggi più che mai sia fondamentale unire le forze sono stati portati vari esempi. Uno tra tutti è che ormai da anni nessuno vince più il Premio Nobel da solo, ma si deve essere in un gruppo. La lezione che si apprende è che non si può lavorare da soli per ottenere risultati, ma bisogna invece imparare a operare in team. Per Carrella, occorre sbarazzarsi di tutti gli hashtag senza contenuti che ci frastornano ogni giorno (es. #blockchain, #smart, #machinelearning, #bigdata…). La cultura è la nostra ancora e il lavoro è cultura. Occorre giusta mentalità e approccio. Nel giusto contesto un gruppo che fa quadrato porta alla resilienza. Se la comunità si disperde allora anche l’obiettivo iniziale scompare. L’importante è non confondere la resilienza col concetto di Fault Tolerant. Sarà la paura di non avere un domani quella che ci assicurerà un futuro, ma occorrerà sempre più operare in team.

Per quanto riguarda la tavola rotonda che ha fatto seguito all’intervento di Carrella, il ClubTi Centro ha sottolineato come si voglia dare continuità alla relazione tra il proprio gruppo e l’Aused, associazione della quale viene riconosciuta appieno la sua missione. Già in passato erano stati organizzati alcuni eventi gestiti assieme. Ora più che mai occorre dare continuità e operare in partnership e la speranza è che questa operazione congiunta porti a una valorizzazione ancora più forte tra le parti.

In sostanza si tratta di una operazione di “trust” che si sposta da rapporti di tipo personale a network vero e proprio tra le due associazioni. Artefice del progetto di territorio è Massimiliano Bartolozzi, da dieci anni socio Aused e membro del consiglio.
L’alternarsi di interventi durante la tavola rotonda virtuale ha portato alla luce molti dei valori che risiedono nell’associazionismo e hanno anche messo a fattor comune i plus di Aused nell’ottica di una convergenza verso l’inclusione del Club Ti Centro.
Se Milano è piena di fornitori di ICT è risaputo che questa situazione non si rispecchia nelle altre regioni del nostro territorio. Per questo è fondamentale customizzare ciò che Aused fa di ottimo da tempo e renderlo fruibile al territorio.
Ci sono parecchie ragioni per vedere Aused come un punto focale per una crescita non solo professionale ma anche di supporto alla propria azienda.
Al primo posto, tra tutti gli intervenuti, è emerso il concetto di Networking. Se si vuole cercare un team manager in Romania, qualcuno in Aused è pronto a supportarci; se si ha bisogno di capire quale migliore assicurazione approcciare in ambito Cyber Security, la risposta dal team non tarda ad arrivare. Tutto questo grazie anche agli affidati Gruppi di Lavoro presenti in associazione (DIGIT, GUPS e USFIT). Aused è utile anche per influenzare argomenti e scelte da trattare. Si diventa interattivi anche fuori dal proprio ambiente di lavoro e attraverso la presenza sul territorio ci si rafforza.
Aused è un luogo d’incontro che rappresenta soci della domanda e dell’offerta e dove quest’ultimi si muovono in associazione in perfetto equilibrio perché partecipano creando e condividendo valori in una sorta di crescita etica e non alla ricerca della vendita a tutti i costi. I motivi che spingono a partecipare alle attività associative sono molteplici. Oltre alla passione si cerca di coinvolgere la comunità anche verso il divertimento (vedi esempio degli eventi AUSED passati con il supporto dei comici dello Zelig). Non si è necessariamente secchioni che mettono in soggezione il prossimo; si cerca, invece, di strutturare un’associazione proattiva e curiosa, perché più si è e più ci si diverte.
Aused è certamente molto energica, ma per realizzare al meglio il futuro che ci attende occorre allargarla al territorio e alla formazione. Ma soprattutto si punta a creare una comunità che stia sopra l’associazione stessa e non viceversa. Per questo il presidente Andrea Provini ha invitato tutti i manager collegati al webinar a simpatizzare al più presto.

Durante la tavola rotonda si sono alternati altri commenti interessanti. Si è anche portata la propria esperienza spiegando come Aused si muova in un ambito amichevole, dove non si creano gelosie e non vi è competizione tra i soci. Si vive la propria passione con la “P” maiuscola. L’Italia è un paese dai molti campanili e molti CIO vivono un po’ dispersi. Aused è la risposta giusta per trovare la propria identità, cercando di crescere in questo momento di Digital Transformation. Di fatto ciò che traina il tutto è l’entusiasmo, perché esso è contagioso e fa appartenere un gruppo a una intera comunità.
In definitiva la Mission resta quella di dare valore al territorio, portando il massimo rispetto verso tutte le persone associate (non c’è differenza tra presidente, soci attivi e soci non attivi) e trasmettendo grande passione: un ambito in cui è possibile confrontarsi con chi ha skill importanti, dando valore alla condivisione dei contenuti e tuttavia rendendosi indipendenti dai vendor. Aused apporta idee e proposte, è un luogo dove chi vuole può vivere sia inclusione che coinvolgimento. Una associazione che raccoglie piccole, medie e grandi aziende.

Altro aspetto importante è quello della trasparenza sulle esperienze riguardanti progetti e prodotti, puntualizzando sugli aspetti positivi ma – qualora ve ne siano – anche negativi. Alcune aziende sono più avanti di altre nella trasformazione digitale e partecipare alla condivisione di queste esperienze risulta un fattore determinante.

Lo stesso Pietro Berrettoni, presidente del Club Ti Centro, ha riconosciuto il valore per i propri soci e, dopo questo webinar, si è sentito ancora più convinto dell’integrazione in essere che porterà sicuramente a nuove iniziative e palinsesti. Il knowledge transfer, la capacità di darsi una mano, il confronto delle esperienze sono tutti valori altamente apprezzati da Berrettoni.

In conclusione, Aused offre un senso di forte appartenenza e grande sostegno. Parlare liberamente di scelte tecnologiche e di partner permette di trasmettere esperienze e alimentare la fame di crescita anche attraverso il coinvolgimento di idee, esperienze e persone. Questo significa essere nel gruppo. Ed è certo che la partnership tra Aused e ClubTi Centro porterà a ottenere nuovi e importanti risultati tra tutti gli associati.

E poi in AUSED vanno ricordate le attività degli User Group, che sono rivolte alla creazione di comunità rappresentative per tutti gli Utenti. Per numerosità, idee e problematiche espresse gli User Group sono in grado di rappresentare le istanze del mercato presso i rispettivi Vendor e Partner.​ I tre gruppi cardine sono attualmente formati da DUGIT, GUPS e USFIT. Al fine di ottenere questo risultato, vengono periodicamente condotte iniziative ed incontri tesi ad aumentare la conoscenza delle soluzioni MICROSOFT, SAP e SALESFORCE. Si creano momenti di networking tra utenti associati su temi relativi all’adozione ed utilizzo delle soluzioni, si diffondono informazioni relative alle diverse soluzioni, focalizzando anche le particolari verticali di settore più interessanti per il contesto italiano e si facilita lo scambio di conoscenze e di esperienze tra gli utilizzatori. Inoltre si organizzano momenti di Confronto diretto con i Vendor e con i Partner su problematiche condivise o temi di innovazione, oltre a collaborare con Università e Business School (es. testimonianze da parte delle aziende, utilizzo soluzioni nei corsi, progetti di ricerca su temi di interesse dello User Group) per creare le competenze partendo dai percorsi universitari che si affacceranno al mondo del lavoro.