lunedì 17 giugno 2013

Assocalzaturifici rende noti i dati Economics 1/2013


Assocalzaturifici: dati Economics 1/2013


SI ACCENTUA LA SELEZIONE DELLE IMPRESE E CALANO GLI OCCUPATI
Calzaturifici e produzione di calzature a mano e su misura


La recessione ha ampliato il numero di imprese in difficoltà e accelerato il processo di selezione in corso da anni, con la chiusura di un numero considerevole di imprese. Il numero di addetti nei calzaturifici si è attestato a fine 2012 a 79.254, con un calo di 1.671 unità, pari al -2,1%, rispetto a dicembre 2011 (quando erano 80.925). È inoltre proseguito l'arretramento nel numero di imprese attive, sceso a 5.356: 250 calzaturifici in meno rispetto ai 5.606 di dicembre 2011, -4,5%.
Le cifre relative al 2013 confermano il trend negativo, con la chiusura, nei primi tre mesi, di altre 83 aziende e la perdita di 959 posti di lavoro (con cali, rispettivamente del -1,5% e del -1,2% rispetto a dicembre 2012).



PREVISIONE ANDAMENTO OCCUPAZIONE

Le indicazioni degli imprenditori sull'andamento dell'occupazione nella prima metà del 2013, rilevate attraverso la consueta indagine campionaria presso gli associati Assocalzaturifici, sono orientate alla conferma del trend sfavorevole: sale la quota dei rispondenti che prevedono stabilità nei livelli occupazionali (68%), a discapito sia di quanti si attendono un aumento (11%) che degli imprenditori che hanno indicato riduzione; ma la quota di questi ultimi (21%) è quasi doppia rispetto agli ottimisti.



RISALE IL RICORSO AGLI STRUMENTI DI INTEGRAZIONE SALARIALE


L'andamento delle ore di CIG autorizzate in avvio 2013 conferma le tensioni emerse nella seconda parte del 2012.
Il primo trimestre del 2013 evidenzia una ripresa sostenuta nel numero di ore autorizzate nell'Area Pelle, salite a 5,3 milioni (quasi un milione in più rispetto ai primi tre mesi dello scorso anno, +22,5%).

Il maggior numero di ore di CIG (1,3 milioni, oltre un quarto del totale) è stato autorizzato per le aziende del Veneto, che hanno fatto segnare l'incremento percentuale più rilevante, +201%. Ma, tra le principali regioni a vocazione calzaturiera, aumenti consistenti si sono registrati anche per le Marche (+107%) e la Toscana (+93%). Lieve calo per la Campania (-3,6%); arretramenti più marcati per Lombardia (-17%), Emilia Romagna (-47%) e Puglia (-85,5%), che sconta la forte perdita di posti di lavoro subìta nel 2012 (e la conseguente cessazione delle richieste) e non un allentamento delle tensioni.

Rispetto a cinque anni addietro, cioè al primo trimestre 2008 (quando ancora non era esplosa la grave crisi economica internazionale), il ricorso agli strumenti di integrazione salariale rimane su livelli molto elevati: +242%.
L'aumento complessivo dell'Area Pelle (+22,5%) risulta superiore al dato medio riferito al Totale settori Italia (che mostra nei primi 3 mesi 2013 un incremento del +12% su gennaio-marzo 2012).


FOCUS MANODOPERA COMPARTO MODA CALZATURE

Il tema del lavoro nell'industria calzaturiera sta diventando una priorità sia per le oggettive difficoltà congiunturali in cui si trova il Paese, sia per alcune criticità che caratterizzano l'occupazione nel manifatturiero, tra cui il problema della manodopera qualificata. I rispondenti all'indagine campionaria assocalzaturifici svolta tra gli Associati hanno evidenziato, tra le principali ragioni delle difficoltà nel reperimento della manodopera specializzata, la scarsità di incentivi che favoriscano il reinserimento di lavoratori del settore inattivi (fattore giudicato "molto importante" dal 52,1% dei rispondenti) e l'inadeguatezza nella legislazione del lavoro in materia di addestramento degli apprendisti (50,7% di giudizi "molto importante"). Seguono in ordine di rilevanza la scarsa attrattività dei settori industriali manifatturieri e del lavoro in fabbrica in generale (50%) e la scarsa attrattività del lavoro in fabbrica nel calzaturiero in particolare (46,5%).

Il settore calzaturiero necessita di manodopera specializzata sempre più difficile da trovare.
Quali fattori secondo lei creano questa difficoltà? (% risposte "molto importante")

Scarsi incentivi che favoriscano il reinserimento di lavoratori del settore inattivi

52,1%

Legislazione del lavoro inadeguata che non consente l'addestramento di apprendisti

50,7%

Scarsa attrattività dei settori industriali manifatturieri e del lavoro in fabbrica in generale

50,0%

Scarsa attrattività del lavoro in fabbrica nel calzaturiero in particolare

46,5 %

Presenza di strutture formative tecniche non adeguate alla realtà dell'impresa

42,9 %

Mancanza di strutture formative tecniche

38,6 %

Poca informazione su retribuzione e tipo di lavoro svolto da parte dei giovani

25,4 %

Poca mobilità dei lavoratori da un'area distrettuale all'altra

24,6 %

Scarsa propensione delle aziende ad assumere lavoratori extracomunitari disponibili a lavorare nel settore

4,3 %

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